MARIA TERESA LIUZZO: EUTANASIA D’UTOPIA
UNO DEI LIBRI DELLA POETESSA DI REGGIO CALABRIA, ANIMO APPARENTEMENTE TORMENTATO
Fernando Bassoli, studioso e critico letterario
Maria Teresa Liuzzo comunica al lettore un’emozione visionaria, allucinata ed in qualche misura allucinogena. Leggendo le liriche riunite in ”Eutanasia D’Utopia”, una delle sue fatiche, si ha la sensazione di trovarsi dinanzi ad una Anna Maria Ortese in versione poetica. Ma la scoperta, non meno sorprendente, dei numerosi contatti avuti con autorevoli esponenti della critica letteraria europea, lascia con la bocca aperta il recensore: la nostra non è una grande isolata, come toccò in sorte alla succitata Ortese, bensì ”l’anima bella” individuata con semplice efficacia dalla Spaziani in un suo commento circa il poetare della Liuzzo; donna calata nel proprio tempo, dunque: integrata e tesa all’osservazione del mondo, in rapporto di osmosi con l’ambiente naturale circostante. Ella si mostra, attraverso la sua indagine semantico-figurativa, capace di sintetizzare uno scambio reale e costruttivo, ove la Natura appare pascolianamente vivificata. La speciale attenzione per l’elemento ”mare” può forse interpretarsi come la scelta, più o meno inconscia, di individuare una via di fuga dall’insostituibilità dell’esistenza nell’ambito di una società tra le più frustranti, perfino per le persone più sensibili. Ciò che resta è la ”dolce morte” ( eutanasia ) dell’Amore ( e cioè dell’Utopia, del Sogno ) ? No: questa è la risposta definitiva dell’artista Liuzzo. La ”Spes” resta viva nel suo cuore ricco di passione, ed il suo nome è Poesia. Il volume si arricchisce ( non poco ) grazie alla corposa appendice, che riunisce gli interventi critici di firme prestigiose come Peter Russell, poeta inglese da poco scomparso, Giovanna Scarsi, Maria Alba Florio, Piero Bigongiari, Ferruccio Ulivi, Vincenzo Guarracino, Antonio Piromalli, Vittorio Vettori, ecc.