Omaggio di Maria Teresa Liuzzo allo scrittore e poeta Viktor Permiakov
Viktor Permiakov
Viktor Permiakov e’ nato nel 1950 a Kirovobad nell’ex URSS, l’attuale Gangia dell’Azerbaijan. Trasferitosi all’eta’ di tre anni a Stalingrado (Volgograd) li compie gli studi e si laura in Storia nel 1973, anno in cui, dissidente, viene arrestato perche’ distribuisce clandestinamente le opere di Alexander Solzhenitsy e perche’, in piu’ favorisce uno studente cubano nel suo tentativo di chiedere asilo politico in Spagna, durante il volo tra Mosca e La Havana. Gli viene proibito di insegnare e viene escluso dal Comsomol Sovietico. Dopo il servizio militare fa diversi lavori finche’ ottiene l’insegnamento di Storia, Storia dell’Arte, Storia del Designe, Analisi dei testi poetici presso il Conservatrio “Pavel Serebrjakov” di Volgograd. Dopo il 1990 viene invitato per progetti artistici a Viena e Ferrara, dove nasce il suo primo libro di poesie “Cafferrara” dedicate alla Storia e all’Arte della citta’ Estense. Nel 1997 pubblica l’album poetico “Alla vigilia dello Spazio” insieme allo scultore Serghej Shcherbakov, l’autore del monumento alle vittime dei popoli dell’URSS nella Seconda Guerra mondiale a Londra. Nel 1998 “I giorni di Tatiana e le notti con Viktor” insieme alla pittrice di Volgograd Tatiana Antipova, nel 2003 il libro de poesie “300 anni di non solitudine” (300 versi basati sulla Storia di ogni anno dell’esistenza di San Pietroburgo), nel 2007 il libro poetico in due parti di cui la prima, “Giardini di Si-Mi-Re-Mi-Do”, e’ dedicata alla musica, mentre la seconda, “Artica”, e’ dedicata ad altri generi d’Arte. Nel 2009 il libro “L’ora di Mosca” (875 versi basati sulla Storia di ogni anno dell’esistenza di Terza Roma). Nel 2009 a Vercelli e’ rappresentante della Russia nel progetto dedicato al Centenario del futurismo “Percorsi della Cultura”. Nel 2011 Anna Maria Carpi traduce e pubblica in Italia sue poesie e nel 2013 gli viene attribuita un’onorificenza dall’Istituto Nazionale Tostiano di Ortona. Nel 2016 pubblica il libro di poesie “Pitturime, ossia Quando Volga sfoccia nell’Olona” (100 versi basati sui 100 quadri di Franco Marrocco).
Nel 2018 nel conservatorio Giuseppe Verdi di Milano Davide Gualtieri preparo’ la performance basata sulla poesia di Viktor legata alla pittura di Franco Marrocco e Serena Nono.
Nello stesso anno pubblica il libro di poesie “Museum PERMitage” cui struttura prevede l’alternanza di opere di pittori di Volgograd a quelli di artisti di diverse nazioni in amicizia con Viktor, tra i quali: Ernesto Treccani, Antoni Tapies, Emilio Vedova, Friedensreich Hundertwasser, Lorenzo Quinn, Fernanda Fedi, Gino Gini, Carlos Paes Vilaro’, Robert Gonsalves, Michael Cheval (120 artisti dai 60 paesi). Nel 2023 pubblica tre volumi del ciclo di poesie basate sulla Storia di ogni giorno della Seconda Guerra Mondiale. Adesso prepara la pubblicazione dei due volumi dedicati ad ogni giorno di quella Prima… Tolstoj creo’ “Guerra e pace”. Permiakov – “Guerra e guerra”.
Поцелуй
И яростно, и кротко,
и сдержанно, и ярко…
Картина чем-то Ротко
напоминает Марка…
И Мондриана Пита,
хотя и отдалённо…
И роскошь дольче вита
Осеннего салона.
И «Поцелуй украдкой»
с покрытым шарфом бюстом,
и откровенный сладкий,
изваянный Огюстом.
Но сохрани нас, Боже,
считать подобье кражей,
ведь ласки так похожи,
на удивленье даже…
Все ваши поцелуи,
Прекрасные Елены,
и в мае, и в июле,
и в декабре бесценны!
Но раз всё на продажу,
как уверяет Вайда,
С Маррокко Эрмитажу
подсуетиться надо…
Il bacio
Le righe basate su quadro di Franco Marrocco
“Il bacio”
La traduzione di Davide Gualtieri (compositore e poeta dal conservatorio milanese Giuseppe Verdi)
Il bacio
Dà ricchezza e pace
non dice ma è intenso…
Il quadro di Rohtko
mi ricorda lo stesso Mark.
Forse anche Piet Mondrian un po’,
forse solo un po’.
Anche della “dolce vita” i piaceri
o “Salon d’Automne”.
Così anche “Il bacio rubato”,
il busto, di sciarpa coperto,
evidentemente flessuoso,
scolpito da Auguste.
Ma salvaci o Dio,
se penso a questo come un furto,
le carezze son così simili,
mia grande sorpresa.
Tutti i vostri baci,
mie meravigliose “Elene”,
sia in Maggio e in Luglio e a Dicembre,
son pur senza prezzo!
Ma se tutto è in vendita
come Wajda insegna
l’Hermitage dovrà procurarsi
un quadro “Marrocco”…
Ледяной душ
Я не садовник. Я – сад…
Эрнесто Треккани
Цветы в саду, вы все любимы,
но смертны в пик сиест.
А в мире есть цветы-рубины
и бриллианты есть…
Сад кристаллический с цветами
прозрачными не чушь,
если возможность есть в фонтане
принять холодный душ.
Зачем потеть на солнцепёке
и ждать, когда на нет
сведёт все жизненные соки
в вас ультрафиолет?
На солнце если уморились
вы напрочь, ваш кумир,
тюльпан, пион и амариллис, –
садовник-ювелир.
С ним обретёте вы с избытком
тот прочности запас,
который лишь в азоте жидком
бог сохранил для вас…
Смелей, флористики триада!
Фасон не дрейфь, держи…
В сверхледяной купели надо
вам побывать, моржи!
По Цельсию со знаком минус
сто девяноста шесть…
Тюльпан, пион и амариллис,
я знаю, саду цвесть…
Le fonti di ghiaccio
Le righe basate su quadro di Franco Marrocco
“Il giardino dei fiori di cristallo. Il seme schiude”
(la traduzione di Davide Gualtieri)
Non sono il giardiniere. Io – il giardino…
Ernesto Treccani
Fiori di giardino, amati siete
pur se d’un tramonto in sen voi morrete.
È al mondo quei fiori di rubino
e di quelli color adamantino.
È un giardino di fiori di cristallo
non è parvenza o un cogliervi di fallo.
Se un fresco refrigerio ad una fonte
il fato ha provveduto a darvi in sorte
perché aspettar di sotto al sole il quando,
eppiù di sudor madidi mirando
che pur l’ultravioletto annulli poi
di quel che s’abbia in linfa forte in voi?
Se voi del sol esausti siete
Amarillys, Peonia, Tulipano,
signora a voi si ponga a quiete
del giardiniere-gioiellier la mano!
Da lui avrete voi di cure,
provviste a resister far sicure
qual che Dio riposto ha in toto
sol nel liquido d’azoto.
Coraggio, bella triade di fiori,
autenti da rovina state fuori.
E voi che l’Inver bagnarvi andate
queste fonti di ghiaccio visitate
è il segno al men novantasei più cento
di scala Celsius la gradazione al sento.
Amarillys, Peonia, Tulipano,
fiorirà ‘l giardin vostro bello e sano.
Балет
Не пыль под каблуком,
пылинка под пуантом…
я танцем ввысь влеком, и буду целиком,
взмыв в воздух, вписан в фатум…
Столкнутся пусть уста
твои со мной в наклоне
иль там, где высота – итог прыжка. Места
не так важны, Тальони,
для встречи, как сам факт
во временную долю
соития… Итак, проявит пусть контакт
шальной Фортуны волю,
и тело, и душа
когда сильны азартом,
и жизнь, табу круша, подарят антраша
моим воздушным замкам…
На сцене так близки
мы будем, Терпсихора,
как танец от тоски далёк, и далеки
безумцы от укора,
потугам чьим – кранты.
Помады оболочку
сотрёшь без суеты, над «i» поставишь ты
когда пуантом точку…
Il balletto
Le righe basate su quadro di Franco Marrocco
“Polvere”
(la traduzione di Davide Gualtieri)
Non c’è polvere sotto il tacco
non un granello di polvere
sotto la tua scarpa a punta…
Mi elevo in danza
e il mio intero nell’aria aleggia,
come evocato dal fato…
Le tue labbra incontreranno le mie
nella pista oppure là,
dove sospesi saremo –
ove il salto ha il culmine…
Non ha importanza il dove,
divina Maria Taglioni,
è l’incontro come l’istante del coito…
Quindi sarà il contatto,
tra la Volontà e il Cieco Fato
tra il corpo e l’anima,
come quando la forte passione e la vita,
che distrugge i tabù,
doneranno gusto e sapore
ai miei castelli in aria…
Sul palco, stretti stretti, noi saremo,
o mia Terpsicore,
come la danza che la tristezza allontana,
e a noi lontane pur di chi
rampogna le follie,
e i loro intenti al fine.
Della scatola dei trucchi
minimamente hai cura
come la “i” va’l punto tu la tua punta metti.
Накануне
Франческо Санвитале
Титанических нет и в помине усилий.
Всем доволен Джузеппе, лихой вертопрах.
Нет врагов в Королевстве Обеих Сицилий,
как нет ссадин и ран на обеих ногах…
У Джузеппе в ходу больше нож перочинный:
не водилось в Азовских просторах акул…
О республике мир не слыхал Пиратини:
всё спокойно пока в Риу-Гранди-ду-Сул.
У Мадзини нет плана вторженья в Савойю,
не торопится Рим захватить Удино…
И для красных рубах, что пропитаны кровью
будут в битвах, не ткётся пока полотно.
Не сыскать для Аниты цветущих камелий…
И Анита сама ещё не расцвела.
Нет надежд на Витторио Эммануэле,
но надежда на шхуну совсем не мала.
И она не собьётся вовеки с маршрута.
Капитан Гарибальди напорист и строг.
Жизнь Господь развернёт к цели праведной
круто,
едва судно «Клоринда» войдёт в Таганрог…
Alla vigilia
A Francesco Sanvitale (fondatore dell’Istituto Nazionale Tostiano a Tortona)
(la traduzione di Stefania Sini)
Non vi è traccia di sforzi titanici.
Di tutto Giuseppe è contento, abile sventato.
Non ha nemici nel Regno delle Due Sicilie,
né piaghe o ferite su entrambe le gambe…
Non più di un coltellino ha in tasca Giuseppe:
non vi erano squali nelle distese di Azov…
Il mondo non seppe della repubblica di Piratini:
tutto è calmo al momento sul Rio Grande-do-Sul.
Non ha piani Mazzini di invasioni in Savoia,
Non s’affretta Oudinot a impadronirsi di Roma…
E non si tesse la stoffa per le camicie rosse
che imbevute di sangue saranno in battaglia.
Non si trovano camelie per Anita fiorite…
E Anita stessa non è ancora fiorita.
Non si nutrono speranze in Vittorio Emanuele,
ma non scarseggia affatto la speranza nel veliero
che giammai devierà dal deciso sentiero.
Capitan Garibaldi è grintoso e severo.
Bruscamente Dio volge la vita al giusto fine
appena la nave “Clorinda” entrerà in Taganrog…
3 февраля 1943
У развалин виден был дымок…
– Стойте здесь, товарищ генерал!
Может, фрицы… Офицер умолк
и к бетонным плитам подбежал.
Он нагнулся и его потряс
в маленьком колодце жаркий бой.
Трое фрицев дулись в преферанс,
табачок покуривая свой…
— Хенде хох!
В ответ подняв глаза,
«Айн момент…» немецкий человек
процедил и, надорвав туза,
вмял колоду в сталинградский снег…
3 febbraio 1943
(primo giorno dopo la capitulazione dell’Armata nazista a Stalingrado)
Le righe del libro “Dal giugno a Barlino” tradotte da Anna Maria Carpi per il quello suo “L’asso nella neve”.
Dalle rovine sale un fil di fumo.
Ah stia qui, compagno generale,
e se fossero fritz? Ma l’uffuciale
zitto s’accosta al muro di cemento.
S’affaccia e cose vede:
nella fossa una lotta furibonda.
Tre fritz: stanno giocando a preference
Fumando con ardore.
“Mani in alto!”
Leva gli occhi il tedesco e a denti stretti
“Un momento…” mormora
e fa il suo asso in pezzi
e sparge l’asso
sulla neve fonda di Stalingrado.
“Fritz” era il soprannome dei soldati tedeschi in Russia
Puoi scegliere cio’ che vuoi. Grazie mille, cara. Un saluto cordiale e un abbraccio forte forte.