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GUERRA FREDDA – DI KASTRIOT FETAHU

TRADUCE MARIA TERESA LIUZZO
Mi ero illuso che la guerra fosse finita,
che la pace fosse la vittoria dell’umanità,
che danze di corte tra nobiltà e cadetti
fossero archiviati
e distrutti i carteggi sui tavoli dei cancellieri.
Immaginavo pace e paradisi
e nella mia mente fiorivano le ore
come gemme su ogni ramo
e ai miei occhi apparivano
alberi di ciliegi in fiore
e sentivo quella luce abbracciare la mia vita.
Il codice d’onore che vola alto,
è un aereo senza ali spezzate
nel cielo infinito della verità,
bandiera leale che sventola
tra i generali del Vietnam.
I ricordi del passato, i tanti eventi
non hanno cancellato il sangue che scorre
nel cuore e nel pensiero
come le acque pittoresche del fiume Hàn;
che costeggiano la città di Da Nang;
l’incomparabile bellezza della città dei ponti.
A nulla sono servite le preghiere dei monaci buddisti
nascosti nei loro santuari
trasformati in un ventre di caverna.
Laggiù i poeti non sono mai arrivati.
Laggiù la morte aveva smesso di parlare.
Kastriot Fetahu (Boston 30.05.2024).

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