Eva Meksi: dall’approdo della Vlora alla candidatura per il bene comune di Bari
Oggi vi presentiamo Eva Meksi, candidata a Bari (Puglia) con la lista “Bari Bene Comune” in sostegno del sindaco uscente Antonio Decaro. (A Bari è candidata anche Uljana Gazidede).
Intervista a Eva Meksi
Sono Eva Meksi, nata a Tirana e vivo a Bari dal agosto 91. Sono arrivata qui con il più grande sbarco di immigrati albanesi, quasi 20000, a bordo della nave Vlora. Sono laureata in Economia Aziendale all’Università di Tirana. In Italia ho svolto diversi lavori iniziando dalle pulizie, babysitter, interprete/ traduttrice, mediatrice culturale, rappresentanza per aziende albanesi e italiane etc.
Candido in sostegno del sindaco uscente Antonio Decaro con la lista Bari Bene Comune. Questa è una lista civica nata dall’associazione politica non che movimento culturale nella quale faccio parte, La Giusta Causa.
1. Qual è la tua proposta all’interno del programma della lista Bari Bene Comune?
Il programma è stato un lavoro di squadra, frutto di lunghe discussioni e confronti dove ognuno ha espresso la sua opinione, la sua idea. Perciò non posso fare mia una o un’altra proposta in particolare ma sicuramente mi trovo in pieno in tutto il programma che garantisce il sostegno e la continuità del lavoro già svolto in questi 5 anni passati. D’altronde la lista BBC (Bari Bene Comune) rispecchia un’ottica di uno particolare attenzione per i “gruppi” più bisognosi della nostra comunità barese. Le linee programmatiche del BBC iniziano con il diritto di Cittadinanza, l’urbanistica e ambiente, turismo e sviluppo economico, cultura e formazione, ecc. È chiaro che ognuno di noi si concentra in un punto piuttosto che in un altro. È un programma che dal mio punto di vista, oltre a sottolineare le problematiche più critiche della nostra Città non vuole trascurare anche il punto nevralgico della situazione politica generale che sta pungendo quotidianamente le nostre vite. In qualche maniera necessità intervenire e ognuno di noi deve fare qualcosa nel suo piccolo. Qui mi riferisco, purtroppo, ai toni razzisti usati un po’ spesso da chi ci dovrebbe rappresentare e proteggere.
2. In caso di vincita cosa pensi di proporre di innovativo per tutta la cittadinanza?
Io sono per una Bari sempre più bella accogliete e vivibile. Bari è un porto molto importante e come tale deve essere un punto di accoglienza più attivo e organizzato, aperto, e qui non si tratta solo dell’accoglienza di gente in bisogno, quindi l’immigrato. La storia ha dimostrato che con l’immigrazione una città come Bari ha dato sempre il meglio di sé ma ora mi riferisco a una Bari come porto turistico, come città sempre più turistica, come punto di riferimento per chi arriva da fuori ma anche per chi viene dai dintorni e le periferie. Bari deve essere efficiente al 100% e allettante, facilitando l’arrivo e la permanenza dei turisti ma anche di chi lavora. Ogni investimento in parcheggi per roulotte, parc &ride, bagni pubblici, trasporti, infopoint ecc., gioverà alla stessa città, all’economia del comune e dei baresi stessi. In più è molto importante il perfezionamento del lavoro e della efficienza di una rete di servizi sociali in aiuto delle donne, bambini, anziani e famiglie in difficoltà.
3. Secondo te perché ti dovranno votare?
È difficile rispondere a una domanda così, perché il timore che possa sempre passare come una propaganda, come auto proclama, come una corsa, una gara…che in realtà lo è…però …. a me piace la competitività costruttiva. Non è nel mio stile parlare di me, ho sempre lasciato gli altri ad esprimere giudizi sulla mia persona e sul mio modo di fare perciò cercherò di essere chiara e senza troppi giri di parole. Mi devono votare per la mia serietà, l’integrità e il rispetto che ho sempre mostrato in confronto a chiunque. E anche perché io amo questa città e metterò tutta la mia determinazione, energia, positività nel sostegno di ogni progetto che migliora Bari e la vita dei baresi. Perché sono mamma e vorrei che i nostri figli vedono la loro città sempre più bella e ben organizzata, che crescano rispettandola e che abbiano dalla stessa Bari molto più opportunità di studio e di lavoro. Perché nel mio essere “straniera “, nel fatto che ho attraversato tante difficoltà senza una famiglia o conoscenti alle spalle è come se ho vissuto tante vite, ho vissuto trasversalmente Bari, ho toccato e subito tutte le problematiche, perciò da sempre prima di lamentarmi ho rimboccato le maniche e questo continuerò a fare se vengo eletta.
4. Essere in possesso di una doppia cittadinanza, appartenere a più culture e parlare più lingue è un punto di vantaggio o svantaggio secondo te e perché?
Sicuramente è un punto di vantaggio, io mi sento di avere vissuto anche più vite, ho più energia positiva, determinazione, gli ostacoli non mi spaventano, tutta la mia vita è stata una corsa agli ostacoli, ho una apertura mentale e un punto di vista molto più largo. Ho imparato essere tollerante e saper ascoltare, è fondamentale.
5. Sei di origine albanese. Cos’è l’Albania per te?
Io sono nata in Albania e me ne sono andata a 24 anni. Mi sono formata in Albania. Di albanese ho le radici e quella parte del tronco che sostiene tutto il resto. Mai ho negato di essere albanese anche quando gli albanesi erano visti solo come delinquenti e assassini, anzi era un modo per dimostrare che gli albanesi siamo noi che lavoriamo ogni giorno non solo quelli che vedete in tv. Lo stesso orgoglio ho inculcato anche a mia figlia che pur vivendo da sempre in Italia e amando Italia a 360 gradi, adora Albania, conosce perfettamente la lingua e la storia, conosce l’attualità del Albania come se vivesse li.
6. Cosa significa avere un nome straniero nella tua quotidianità?
Qui sorrido perché ho un nome universale, biblico. La prima reazione da sempre: che bel nome che hai EVA. Una piccola difficoltà solo per il cognome quando devo dettare Meksi, con la “K”. Noi albanesi abbiamo svegliato dal letargo la “K” nell’ alfabeto italiano. 😂
7. Sei abbastanza italiano per chi ti voterà?
Gli amici mi chiamano albarese. Certo che sono italiana e lo capisci quando nelle lamentele, nei dolori, quando sei triste, pensi e ti esprimi in italiano. Io ci gioco sempre con “io sono straniera” ma in risposta c’è sempre “seeee tu sei più italiana di noi”. Comunque vorrei dire che più che essere abbastanza italiani o di qualsiasi altra nazionalità, ciò che conta è essere umana e essere rispettosi per tutto ciò che vuoi prenderti cura. Io voglio prendermi cura della mia città, perché è qui che vivo, e voglio prendermi cura del mio paese con quello che posso con tutti i mezzi che ho e posso avere a disposizione.
8. Ci tieni ai sondaggi? Cosa dicono della lista in cui ti sei iscritto/a?
I sondaggi li seguo ma non ci credo del tutto. Ho imparato a leggere gli articoli dei giornali non dai titoli sensazionali, non leggendo solo le righe ma specialmente tra le righe. Spesso sono sondaggi bufala. I sondaggi li vedo facendo attenzione tra la gente.
Devo dire che mi commuovo quando mi arriva qualche messaggio che mi sostiene anche se non può votarmi oppure quando mi esprimono il loro sostegno spendendo delle splendide parole, che a volte temo di non meritarle al 100%… ecco è questo ciò che conta per me. Perché vuol dire che una persona ti stia dedicando qualche minuto del suo tempo.
Per quanto riguarda alla lista Bari Bene Comune- Antonio Decaro Sindaco, non può che parlarsi bene. Nella lista non sono l’unica cittadina barese per adozione. C’è stato qualche episodio di razzismo nei confronti di una candidatura, una coppia Rom che rappresentano la comunità Rom a Bari, ma ci siamo riuniti tutti intorno a loro per un sostegno morale. Ho conosciuto tanti altri candidati della nostra lista da dove c’è veramente molto da imparare e che hanno la grinta che serve per rafforzare il lavoro fatta dall’amministrazione del Sindaco Decaro in questi anni.
9. Cosa significa essere integrati secondo te e quali sono le proposte da fare per migliorare le politiche che riguardano l’immigrazione?
L’integrazione non è avere la cittadinanza italiana. L’integrazione è un processo lungo e serio e in questo si deve investire perché si investe nel futuro del paese, anzi si investe nella propria persona. Non si può fare finta che gli stranieri non ci sono o che comunque sono una categoria a parte che gli incontriamo per strada o al lavoro e poi tanto ognuno a casa sua. Più l’integrazione e serena e sostenuta più avrà risvolti positivi nella società, nasceranno le altre generazioni e cresceranno da pari e non con le amarezze, rancori trasmessi per le ingiustizie subite. Ricordo quando ero appena arrivata che apprezzavo molto di più le dimostrazioni di affetto, solidarietà, il rispetto, piuttosto che un 100 mila lire regalatomi. Da cui la proposta di rafforzare sempre di più la rete di accoglienza con scuole non solo per imparare la lingua ma gli usi e costumi, educazione civica, insegnare mestieri. Nelle questure o comunque per le questure ci devono lavorare anche i mediatori culturali, assistenti sociali non solo per facilitare l’iter legale ma che questo vada a pari passo con l’integrazione sociale.
10. Esiste una comunità albanese organizzata dove ti sei candidata? (tipo qualche associazione, una scuola, ecc.). Quanti sono gli albanesi nella tua circoscrizione?
Esiste una comunità albanese? La comunità albanese e la più integrata in Italia. L’albanese lavora duro e silenziosamente, ci tiene alla sua integrazione e del futuro dei figli ma proprio questo grande pregio nasce da un difetto nostro di non fare gruppo tra di noi. Ultimamente in questo senso ci si sta muovendo un po’ perché adesso c’è grande stima degli albanesi e sta ritornando l’orgoglio anche in noi e la voglia di avvicinarsi. Prima per tanta propaganda negativa ci si stava lontani uno dagli altri come voler dimostrare un senso di non appartenenza. Comunque si sente la mancanza delle associazioni.
11. Non pensi che ti abbiano scelto solamente per attingere i voti della tua comunità?
Non credo sia questo il motivo principale voto in più voto in meno, perché proprio per l’integrazione perfetta degli albanesi non è detto che un albanese deve votare per forza un albanese. Tutti gli italiani hanno un miglior amico albanese. Per il voto forse conterà il risveglio del orgoglio di essere rappresentati anche nella vita amministrativa della città come si fa oramai da anni in tutti altri campi. Non si deve mai dimenticare che la lista Bari Bene Comune ha sempre sostenuto coraggiosamente la linea dell’accoglienza e integrazione, è una lista che rispecchia demograficamente il paese. Io sono una testimonianza.
12. Cosa hai da dire agli altri candidati di origine albanese che concorrono in altre liste?
Agli altri candidati faccio un grande bocca a lupo e che vinca il migliore. Non vedo concorrenza ma orgoglio di avere lo stesso obbiettivo finale. Questo sia per chi candida nella mia stessa città e anche per tutti gli altri candidati albanesi in Italia. Sento di dire che se qualcuno di noi ce la farà di mettercela tutta per non deludere non solo gli albanesi ma tutti gli elettori, dobbiamo dimostrare che siamo gente in gamba, onestà e coerente, che siamo capaci di dare il meglio anche in questo campo.
13. Vuoi aggiungere qualcosa o dire altro che ritieni importante?
Siete stati abbastanza precisi con le domande e mi avete creato tutti gli spazi possibili per esprimermi e raccontarmi in questa fase importantissima della mia vita. Vedo queste elezioni come una nuova era per tutti noi, e con il NOI intendo tutta la comunità albanese in ogni angolo dell’Italia. Sta iniziando un’epoca dove non dobbiamo solo scegliere ma dobbiamo anche essere scelti, una nuova epoca dove non possiamo più solo lamentarsi ma diventare parte responsabile delle realtà che ci appartengono a alle quali apparteniamo. Quindi non dobbiamo più riflettere ma anche reagire. Non dimentichiamo che l’Albania è un paese ancora non parte dell’Unione Europea, ma qui abbiamo una candidata di origine albanese per le Europee, mi riferisco a Geri Ballo. Non è da poco. È la dimostrazione che i sacrifici e il lavoro ripagano sempre. Importante non fermarsi ma continuare a guardare avanti./albanianews.it/