MARIA TERESA LIUZZO: COME UN FILO DI LUCE A TE MI LEGO
La via della crudeltà non trovò pace
dagli ingorghi degli abissi trascinata.
Folgore trascinò il geranio in luce
e l’anima sua divenne uragano.
Si rifugiò nel limbo del passato,
all’artificio sfuggì il genoma umano,
il dolore non ebbe voce.
Il tuo pensiero sarà l’amore mio
vivo come un corallo nelle vene.
Ci siamo amati in cieli sconfinati,
tra l’imbarazzo dei tuoi desideri,
anche se non ci siamo mai incontrati.
Apre la spada felice il libro,
come da profezia brucia il tuo nome.
Di questo pugno di cuore
l’orecchio è teso
nell’ultimo bacio
vermiglio di rugiada.
Come un filo di luce
a te mi lego.
Tienilo,
come un seme nella mano.
Lasciami andare…
Sarà la notte un lume di pupille, umile compagnia,
nel suo respiro si acquieterà lo spirito.
Puri ci rende la morte
e la pietà felici.
Non temere tenace è la radice
e da essa è germogliata la mia Croce.
Ti vedo di tra le nebbie
attraverso quel buio venuto ad ingoiarmi.
Mi appari marinaio addormentato
su una stella ancorata per dispetto
ed io sirena ad un’ombra incatenata
del tuo petto.
Lasciami andare…
Condannata a morte
nella stanza rimango come un tempo,
un lungo tempo patito.
La tua anima nuda sarò sempre
ed ogni notte ti sarò daccanto,
a rimboccarti, come a un bimbo le coperte.
Se le mie labbra sfioreranno la tua fronte
a mo’ di vela o d’inghippo,
i miei baci saranno amari
e le tue rose astratte sulla tela.
Sogno ancora di te
ciò che non muore –
M.T. L.