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IL FILO DI ARIANNA DELLA MARIA TERESA LIUZZO

 

 

 

di PINELLA MUSMECI (poeta – scrittrice – saggista – critico letterario)

Acireale 27. 05. 2003

 Si apre come onda inquieta che agita i pensieri così come le vene della poetessa il filo d’Arianna della memoria in un incredibile lunghissimo snodo che ripercorre senza fermate l’intricato Labirinto dell’anima.

 

 

L’ossessione del vivere si scatena nei versi con angoscia e palpitante ripetitività, nel quale la parte cosciente dell’Io narrante attraversa i tunnel rischiarati da frequenti aperture esterne, improvvise e baluginanti; prepotenti sguardi improvvisi, suoni, immagini, oggetti si muovono invadendo rapidamente lo sguardo segreto, ma ancora più velocemente smemorizzandosi e smaterializzandosi come meteore. Il lettore assalito da fonemi e lessemi dipanati musicalmente, ma etimologicamente inquietanti, cerca una soluzione che lo sciolga dal filo insistente, ma non riesce a trovare il ”seme di papiro” che ”apre la storia” che ”traccia il presente” che ”narra la storia dell’uomo” e resta incerto e smarrito vagando con la poetessa attraverso il caos infinito di immagini e di suoni; snaturato, s’arrende alla non – esistenza individuale. La vita è una fuga nell’attimo del transuente in cui si ”infrangono segreto di Ciclopi ed ere sepolte”. Come farfalla smarrita in un universo improvvisamente dilatato l’anima vaga fra sentieri di realtà e di sogno e spossata, alla fine, dopo tanto fluttuare e vagare, ”rinasce fra le spume nella casta nudità dell’alba”.

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