L’albanese che salvò gli Ebrei durante l’Olocausto verrà onorato in Polonia
Un cittadino albanese di religione musulmana verrà onorato per aver protetto e salvato gli ebrei durante l’Olocausto in un evento appositamente dedicato in Polonia il prossimo 14 novembre.
Il 93enne Xhemal Veseli è tra i pochi soccorritori musulmani in vita oggi e viaggerà verso la Polonia assieme all’ex ministro degli esteri albanese, Edmond Panariti. I due parteciperanno il 14 novembre a Varsavia all’evento intitolato “An evening for the righteous”, una serata per i giusti.
“Nel mondo incredibilmente frammentato e aggressivo in cui viviamo oggi, la religione purtroppo spesso ci divide. Tuttavia, testimonianze come quella di Xhemal ci uniscono come ebrei e musulmani.” – afferma l’organizzatore dell’evento, Jonny Daniels.
Oltre a Xhemal, parteciperanno all’evento altri soccorritori di ebrei provenienti da Polonia e Bielorussia, oltre a funzionari di Stati Uniti, Danimarca e Israele. Xhemal Veseli e il suo defunto fratello Hamid salvarono due famiglie ebree dalle forze di occupazione italiane nel 1943.
Xhemal, allora 17enne, camminò con i membri delle famiglie ebree per 36 ore verso la sua casa di famiglia a Kruja, secondo il memoriale e museo dell’Olocausto ‘Yad Vashem’ in Israele. Lo stesso museo ha riconosciuto i due fratelli come “Righteous Among The Nations” nel 2004.
“Quattro volte noi albanesi abbiamo aperto le nostre porte. Prima ai Greci durante la carestia della prima guerra mondiale, ai soldati italiani bloccati nel nostro paese dopo la loro resa agli Alleati, poi agli ebrei durante l’occupazione tedesca e in ultimo ai rifugiati albanesi dal Kosovo in fuga dai serbi. Solo gli ebrei hanno mostrato la loro gratitudine.” – hanno raccontato i due fratelli nel 2004.
Gli ebrei in Albania durante l’Olocausto
Quando iniziò la Seconda guerra mondiale, la comunità ebraica in Albania contava circa 200 membri. Le istituzioni albanesi rifiutarono in tutti i modi di consegnare i nomi degli ebrei presenti nel territorio, quando tale richiesta fu avanzata dagli occupatori tedeschi.
Non solo, ma a dispetto delle leggi razziali imposte, molti cittadini albanesi offrirono identità false agli ebrei per risultare albanesi. La maggior parte fu nascosta nelle abitazioni e in case private, nella maggior parte travestiti come contadini albanesi.
Gli albanesi che vivevano in Kosovo e Macedonia contribuirono a portare gli ebrei dalle zone in cui risiedevano in Albania, che divenne per loro uno dei luoghi più sicuri in Europa. Si stima che alla fine del conflitto mondiale nel paese fossero presenti circa 2.000 ebrei, anche se cifre esatte non sono state mai trovate. L’Albania divenne così l’unico paese in Europa dove nessun ebreo fu ucciso per le leggi razziali. Al contrario, il loro numero era decuplicato, a causa della strage che era avvenuta nel resto del continente.
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