“E ADESSO PARLO”, UN ROMANZO DI MARIA TERESA LIUZZO
Maria Teresa Liuzzo con Filomena Scarpati
DI FILOMENA SCARPATI (Giornalista – Direttore del ”Corriere della Piana” – Scrittrice – Critico letterario)
La sofferenza ha effetti diversi nel genere umano. Viene recepita e trasformata in benevolo sentimento verso il prossimo se i cuori sono ricolmi d’amore, in trascinante cattiveria negli animi sterili e in viventi meraviglie in animi nobili dotati di un’intelligenza che va oltre i limiti della normalità. Se nella sofferenza l’unico appagamento che rinfranca l’anima è la passione per lo studio e la cultura, si può dare vita a poetiche e liriche straordinariamente coinvolgenti, riportando spaccati di vita che si incontrano con gli altri avvenimenti della storia diventando punto di riferimento per tutti coloro che hanno vissuto in silenzio situazioni ai limiti della normalità che diventano emblema in un luogo in cui il denominatore comune è la povertà secolare, senza pretese ma con abbandono al proprio destino. Una terra che non possiede i mezzi necessari per la risalita è più facile far morire, ma in essa menti geniali possono compiere il miracolo e il destino barbaro che gli si vuole attribuire cessa di colpo e fa ripartire la speranza. Tutte le mortificazioni di un popolo laborioso ridotto a brandelli dalla malvagità di chi vuole primeggiare a tutti i costi senza capacità e amore per il prossimo, vengono cancellati in un solo istante. Torna la speranza del vivere civile da anime che possiedono la nobiltà dell’essere, nobiltà che non vuole indicare un titolo, ma la purezza dei cuori che oggi lascia sempre più spazio alla bassezza degli intrighi di chi vuole reprimere il bello, il saggio, il legale, contrapponendo ad essi il falso, il malvagio e l’illegale, per deteriorare e radicare condizioni di vita che sanno di antico mafioso di cui è difficile liberarsi soprattutto dove la volontà di chi conduce, tende a conservare intatta la mafiosità di esseri ignobili che oppongono ancora oggi, resistenza alla civiltà della legalità. Fanno esistere e resistere legami tra cultura e mafia. Assistiamo, persino, ad associazioni a delinquere che si trasformano in associazioni pseudo-culturali e diventano, addirittura, pagine d’informazione. Spunta una luce che illumina i settori scadenti basati su fallimenti personali e l’amor proprio che contribuiscono a diffondere la mafia. Questa luce spunta, prepotentemente dalla lirica di Maria Teresa Liuzzo che si concretizza in un romanzo da leggere in quanto aiuta l’uomo a superare la soglia della superficialità e dell’inutilità del pensiero chiuso che è slancio sicuro all’illusione malvagia e all’ingiustizia. La sofferenza nei terreni fertili genera pilastri di saggezza, perle preziose da custodire e proporre quando la cultura bassa deve cedere il posto a quella alta con tendenza al trascendente, toccando la dimensione terrestre quando, chi conduce, ha la necessità di educare gli uomini a vivere in contesti sociali che protendono al bene che scaccia il male. Il romanzo di Maria Teresa Liuzzo dal titolo: ”…E adesso parlo! ” -Agar Editrice, si pone in questo contesto. Un’opera che tra il cielo e la terra sta all’orizzonte, nella posizione in cui il sole, sorgendo, dopo aver raccolto gioie e dolori dell’umanità, comincia a calare, tramontando, incredulo, deluso, ma felice per quanti hanno saputo accogliere la sua luce e con la saggezza di sempre si rialza l’indomani senza perdere la speranza che qualcun altro accoglierà la sua luce radiante il giorno dopo. La lirica poetica e il giornalismo della Liuzzo, si contrappone ai girovaghi senza speranza che pensano, solo, bene di se stessi, ma inutili per la società. Gente con indole che è frutto di un’educazione chiusa che sa esclusivamente di mafiosità e impedisce la crescita sana, ma il romanzo dell’autrice sprigiona una moltitudine di logiche che agiscono a livello psichico e liberano la mente umana del labirinto dell’omertà e delle limitazioni alla libertà dell’essere umano che gli impediscono di crescere intellettivamente e in armonia con contesti sociali che hanno la necessità di riscattarsi, per molti versi, ancora da creare, trovano in questo romanzo lo slancio necessario alla risalita. La lettura di ciò che riporta l’autrice come valori da conservare integri, le nudità imposte che diventano sepolcri imbiancati che sanno di morte, da un lato suscitano tristezza, dall’altro l’amore per Raf, un personaggio che sta tra fantasia e realtà, ci fanno comprendere come dalla sofferenza umana si può trovare la forza per diventare luce ed esempio per l’umanità. Luce che seppure irradiata da un essere umano, porta sempre con sé il riflesso di Dio che si serve degli uomini migliori per governare quel pianeta terra che è pur sempre una Sua Creazione.