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LA CREAZIONE DENTRO L’OPERA VIVA OPPURE LA SOGLIA ETERICA

Maria Teresa Liuzzo è nata a Saline di Montebello Jonico e risiede a Reggio di Calabria (Italia), Presidente dell’Associazione Lirico -Drammatica ”P. Benintende” – Giornalista – Editore.  Direttore Responsabile Rivista Letteraria ”LE MUSE” – Scrittrice – Dottore in Psicologia -Leibniz University Santa Fe, New Messico, USA. – Prof. Filosofia e Lettere Moderne – USA.  – Corrispondente de ” IL PONTE ITALO – AMERICANO” -USA  – ” NUOVA CORVINA” EUEOPA – (Hunedoara)   – Collaboratrice di ”ALB-SPIRIT” TIRANA (ALBANIA)  OPERE PUBBLICATE: ” RADICI” Jason Ed. (1992 ) ”PSICHE” Jason Ed. (1993)  ”APEIRON” Jason ed. (1995) ”EUTANASIA D’UTOPIA” Jason ed. (1997) ” L’ACQUA E’ BATTITO LENTO” LINEACULTURA ed (2001) ”AUTOPSIA D’IMMAGINE” Agar ed. (2002) ”MA INQUIETA ONDA AGITA LE VENE” Agar ed. (2003) ”L’IMBRA NON SUPERA LA LUCE” Agar ed. (2006) ”GENESIS” Agar ed. (2008) ”MIOSOTIDE” Agar ed. (2009) ”E adesso parlo!” Agar ed. (2019 )” I AM TALKING, NOW! Agar ed.  (2020) ”NON DIRMI CHE HO AMATO IL VENTO!” Agar ed. (2021) ”L’OMBRA AFFAMATA DELLA MADRE” Agar ed. (2022)  ”LA LUCE DEL RITORNO” Agar ed. (2022)  ”IN VEGLIA D’ARMI E PAROLE” Agar Ed. (2023).
Moltissimi articoli e pubblicazioni in Italia e all’Estero.

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MIOSOTIDE

MARIA TERESA LIUZZO

LA CREAZIONE DENTRO L’OPERA VIVA OPPURE LA SOGLIA ETERICA.

di Eugen Evu, poeta – saggista -critico letterario- editore (ROMANIA)

Traduzione di Elena Sgondea

 

 

 

 

L’opera lirica della poetessa Maria Teresa Liuzzo tocca- tramite il libro Miosòtide- un tipo di soglia del quinto elemento (gr Aeter), oppure, se volete una rivelatoria dimensione da su, come anche da giù, come sappiamo del detto biblico: ”così nel cielo, anche sulla terra”- una chiamata per ritrovare  la lega  (re- ligio) con le divinità intoccabile… Non essendo la materia palpabile, lei è onnipresente (dalla sua origine apheironica) ed è Pensiero, Cogito, quello che io considero il più consumatore di energia dall’Universo. L’appello della poetessa -psichico e delicato – sensuale sottointeso nel generico del libro ”Miosòtide” (gr miozotis) quale popolare è molto conosciuto con l’espressione ”Non ti scordar di me”. Non scordare è essere e diventare nell’eternità, è la memoria del mondo dall’umano. L’umano creatore (…) è tema dominante dei libri dell’importantissima poetessa. Basta, euristicamente, evocandoli, solamente i titoli dei suoi libri ”per decodificazione” un pensiero – unico programma, dentro di se rivelatorio: ”le poesie del cuore” (lirica dell’anima). Psiche, Apeiron, Umanità, L’ombra non supera la luce, Autopsia d’immagine, e adesso ” Non ti scordar di me”… Un verso del geniale poeta romeno Eminescu, che invoca il fiore miosòtide in una elegia romantica: ”fiore blu, fiore blu / eppure è triste nel mondo”… Troveremo una simbolista quasi – esoterica in questo piccolo miracolo blu della natura, in quei cinque petali stellati, nel meraviglioso disegno di un piccolo sole interno, può essere un simbolo venusiano della mitologia. La poesia di Maria Teresa è un sogno che pensa, un colorare, – graal dove i concetti menzionati come titoli si sovrappongono, interferiscono, complementano.

La quinta dimensione è quella di un etere – fine che fa possibile il vivo e pulsa misteriosamente come una eternità trans- mutabile tramite il se in tutti i regni. E specialmente nell’uomo che si trova dentro il regno. L’Anima – Psiche- Apeiron – Umanità- Eutanasia d’utopia – Autopsia (oppure la radiografia dell’immagine… Siamo su un percorso extra fine – scientifico della conoscenza, riprogettato nell’espressione moderna. La poetessa è anche un profeta, come elegiativo riconosce il suo esegeta Peter Russell. In Luca, scrive che Gesù ha detto ”Il regno di Dio non verrà in un’immagine veduta… Dato che, ecco, il suo Regno è dentro voi stessi”. dentro il fiore ”Non ti scordar di me” è interiorizzato – il sole luminoso nucleo della riscoperta del Divino creatore dentro ogni essere. Il fiore miosòtide è un segno, un’effige, un grafema, apparentemente umile, efemeride, ma dentro il suo blu si riflette l’apparente blu – celeste e una splendida ”apparizione” del Grande Miosòtide universale. Non scordare, il verbo di Maria Teresa qui, è di non dimenticare noi stessi, come un’opera che non muore, una incarnazione continua.

La cultura di Maria Teresa Liuzzo traspare oltre il lirico discorso, è anche una cultura della conoscenza scientifica complementaria. Brucia la parola in modo sostanza – materia con i quattro suoi elementi (fuoco, acqua, aria, terra), ma  quello che li unisce ed è una continua  possibilità è l’etere. Una sopradimensione, sopra quelli dell’essere. Li manifesta nella dualità oppure tridimensionali. Nella dualità fuoco ed acqua sono la polarità opposta (oppure Yin ed Yang) quelle due non possono esistere senza quell’altra e all’inverso. Si contengono reciprocamente. La poetessa sa e diversifica tramite il testo lirico, lei perora una conoscenza che ha per base la mitologia, ma anche la portata all’attualità.

Tutto ciò che scrive la poetessa dalla Calabria è strutturato sull’antologia. Un brivido ermeneutico attraversa le pagine, lega come il filo d’argento dell’anima, l’uomo dell’Universo. Come direbbe il grande Goethe, lei ”addomestica lo spirito”.  E’ stato detto che, la poesia addomestica l’uomo (Orpheo)…

Questo tipo di poesia di ampiezza psicanalitica è di una femminilità sottile, generosa per imparare, radiosa per scrivere – è una poesia di Vita nella sua grandezza, come anche di notte, tramite quello che l’Eros e Thanatos, si abbracciano, sono la Condizione dell’Essere Heidegger-iano. Ha ricevuto una nuova infusione, dai suoi poemi, proprio quando sono un lamento. E’ quello del cuore. Ecco quello che dice Maria Luisa Spaziani: ” La poetessa è una di quelle belle anime che pulsa e resiste in questo nostro mondo, alienato, tante volte affogato, tecnologizzato e frustrato, mancato di incantare e sempre più tragico”…

Liuzzo ha un messaggio semantico come il ”profumo dell’oleandro”. Il miosòtide non ha profumo, o è così discreto, che si esprime raffinato e sufficiente per sé, glorioso nella sua infinita Vita.  Ed il grido diventa sospiro, sussurro ”non ti scordar di me”. L’uomo non deve dimenticare (nella sotto – conoscenza non può; ecco) che dentro di se è la Divinità, che si manifesta, si specchia semantica. Un affrontamento ermetico della totale lirica a noi regalata, merita di aggiungere in una visione unitaria, i numerosi elogi, analisi testuali dei critici esegeti fra cui Giorgio Bàrberi- Squarotti, Peter Russell, Antonio Piromalli, Giuseppe Amoroso, Vittorio Vettori, Vincenzo Guarracino, Alberto Cappi, Mauro Decastelli… fino al recente Franco Maria Maggi. ”Non ti scordar di me” è il grido o il sospiro del vento, della brezza, dell’amore indefinibile per un”di la” quale una volta fu dentro di noi e tornerà…

L’amore divino, la lega ”religio della promessa”. Maria Teresa Liuzzo – che non ho avuto l’onore di incontrare – è anche nel mio cuore tramite i suoi libri che io difficilmente interpreto, però per la neo latinità delle nostre lingue, la ricevo elevato, sento il bisogno di dirle: ti capisco come me stesso!

La bellezza, per lei è un principio ordinato sublimando nell’estetica, ma filtrato nel cuore, come una corona dei suoi sguardi espressivi, enigmatici solo per quelli che non vedono, e notturno nella zona dei sogni. Il suo lirismo è impregnato aforistico, e l’empirismo lascia trasparire un forte e continuo bruciamento del pensiero, un tumulto sull’arpeggio dei temi essenziali.

Una poesia recuperativa davanti al passaggio, una poesia dell’eterno ritorno, come dice il grande filosofo romeno Mircea Eliade.

Nel ”Miosòtide” del testo, lei costringe riflessivo il significato superiore. Come scrive Franco Maggi è introspettiva, esprimendo il difficile da dire, al di là della realtà sensibile dei sensi saputi. Qui si apre la porta, qui è quella soglia dell’etere. Lo spazio – tempo è riducibile nel logo – scintilla di Iov… E’ quell’Arte di una brillante poetessa contemporanea. Non puoi non fare una passione per la sua poesia – libro- del libro- un’opera dove il fremito universale vibra come l’ombra di un uccello sulla fronte, sulle nostre spalle, del Tempo.

 

 

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