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ASTRIT LULUSHI, GENIO LETTERARIO ALBANESE E CITTADINO AMERICANO

DI MARIA TERESA LIUZZO- DIRETTORE DELLA RIVISTA DI CULTURA INTERNAZIONALE LE MUSE (ITALIA)

 

“Chi voleva scommettere e continua imperterrito con sfide scorrette’” ne ha infinite da affrontare per vincere.

Chi svolge il proprio lavoro professionalmente e in piena libertà non ha bisogno di suggerimenti comportamentali.

Le tracce di chi tanto e tanto ha amato, vivono per sempre nelle persone che sono state amate, ma anche nelle cose, oggetto di questo amore (infinite pagine di scrittura, continueranno a ricordare chi non è più tra noi). Rimangono le sue creazioni immortali che parlano ai nostri cuori stendendo arcobaleni dipinti dal suo “cuore bambino”, che si faceva “male” da solo, lottando persino con i suoi pensieri per lenire il dolore, solo modo affinché la vita capisse e si facesse vedere. E il dolore nel cuore di un “bambino” non passa mai, non è necessario mettere il dito nella piaga.

La felicità ha sempre la forma di un sorriso che lui non aveva, così si poteva cogliere nella profondità dei suoi occhi la luce splendente della tristezza. Ma anche la paura di essere felice, in quei rari momenti scuciti dal dolore a cui si aggrappava, che viveva come un sentimento di colpa pensando ai disastri del mondo ed a tutto ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. Così si chiudeva nella sua mente, in quella orribile camera oscura dell’umana coscienza in cerca di un rifugio sicuro, affinché la sua anima trovasse la pace. Nella sua testa c’era sempre un grande “rumore”, che lievita mutando in pane caldo e fragrante, ma non era mai soddisfatto perché pensava agli ultimi, ai bisognosi, ai bambini che soffrivano la fame. Eppure AstritLulushi è stato ed è tutt’oggi invidiato e chi scrive“accusata” di pubblicizzarlo troppo.

Nessuno di questi figuri ha però invidiato la sua dipartita come continua a fare con i suoi successi. Per operare in nome della verità è necessario obbedire alla propria coscienza e per il bene, quel bene che soltanto la cultura e l’arte possono dare all’umanità. Quei falsi amici, quei pseudo giornalisti che stanno attaccati ai pizzi di avide e psicopatiche megere per ottenere un maggiore indice di gradimento, possono solo e semplicemente essere invitati a vergognarsi, anche se c’è da star certi che non conoscono il rossore, trovando più confidenza col fango dove sono soliti razzolare. In ogni caso appaiono essere penosi, oltre a dimostrare di essere giornalisti di nessun valore e uomini ancor più scadenti. Siamo fatti di energia: l’anima lascia il corpo e sale in cielo per rinascere altrove. Vivere vite migliori o peggiori, a secondo del nostro operato. Prima di giudicare qualcuno è necessario guardare sempre dentro le ‘‘mura’’ del ‘‘giudicato’’, conoscere ansia, paura, delusione, preoccupazioni, panico che si nascondono dietro il suo sguardo e fanno tremare le ossa. Non dovrebbero soffrite in tal modo per quello che mai competerà loro, come giudicare una gioiosa vittoria, traguardo per loro lontano per non dire utopistico. Avrebbero miglior convenienza a cercare di scendere in apnea, sezionare i pensieri che hanno radici di maldicenza, sorrisi ipocriti, occhiate miserabili. Imparare a capire quanto sia stata grande la sua fragilità e la sua dignità dietro la maschera dell’apparenza a cui loro sono tanto abituati, oltre ad essere abbonati alla più becera menzogna. Il cuore e le braccia di Astrit eranopieni di Dio e a Lui affidava cestini di lacrime, che mutavano in fiore di campo per deporli sulla tomba del figlio; a Dio Padre che conosceva il suo dolore e il dramma che nascondeva e bruciava nel suo petto, sebbene agli occhi dei più potesse apparire come un mare tranquillo. E AstritLulushi sapeva quanto era grande l’amore di Dio verso di lui. Comodo quanto immorale invidiare in vita e non nella morte. Usando a prestito una frase del comune amico e letterato Faruk Myrtaj, vien da dire:‘‘Nella comunicazione pubblica, qualcuno va rimproverato: i«Grandi» difficilmente sanno ascoltare, i «Piccoli» non vedono l’ora’’.

AstritLulushi ha un grande seguito di lettori e amici fidati su cui potrà contare sempre. Ha lasciato all’Albania un immenso patrimonio letterario che merita di essere letto, compreso e diffuso. I suoi libri meritano di essere adottati nelle scuole di ogni ordine e grado, per arricchire e aprire la mente dei giovani del suo pregevole sapere.

Un sincero ringraziamento è doveroso per quei giornalisti che hanno dimostrato rispetto e solidarietà innanzi a tale inestimabile tragedia, mostrando vicinanza al dolore nostro e della famiglia per la grave e immatura perdita del loro amato congiunto AstritLulushi, che ha letteralmente sconvolto da questa terribile notizia. Profonda gratitudine è dovuta agli amici giornalistiCerçizLoloçi (Tirana), GezimLlojdia (Valona), ArturNura (Tirana),AgronShele (Belgio-Bruxelles), Giuseppina De Biase e Piercarlo Lava (Alessandria Today -Italia), Maria Teresa Liuzzo, Davide Borruto,Antonella Di Siena (Le Muse- Italia), Giornale Art TV (Italia).

Altrettanti ringraziamenti sono dovuti anche coloro che si sono astenuti, negando l’ultimo saluto ad un vero Patriota non solo dell’Albania, ma cittadino e scrittore privilegiato nel mondo. Chi ha gli occhi rivolti al cielo vede molto di più di chi non ha neppure i piedi per terra. Costoro adorano la miopia delle talpe e rodono il legno e la stoffa come le tarme, indottrinati dai falsi profeti e dal potere subdolo e incosciente e deleterio. L’odio che si è riscontrato in alcune persone di questo popolo, la loro cattiveria, perfidia, il loro modo di predare, subdolo e menzognero, la loro infida strategia, efferatezza, determinazione (e molto di più in ambito femminile) è difficile da incontrarepersino tra le peggiori pagine dei manuali di criminologia. È evidente che l’odio cova ancora sotto la cenere, come segnale astuto di indottrinamento e malessere per le future generazioni. Sono errori molto gravi che non sarebbero dovuti neppure affiorare, metastasi che devastano la cultura e il benessere della società di una condotta riprovevole. Orrori ed errori che costeranno cari nel tempo dove la Storia, ancora una volta, sarà destinata a ripetersi.

Il grande AstritLulushi, col suo sorriso malinconico e la lucentezza del suo sguardo, avrebbe risposto – come se fosse davanti ai microfoni di La Voce dell’America –:‘‘Più tosto che arricchir, voglio la quiete’’(Ludovico Ariosto).

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